Normativa calcolo muri di sostegno

posted by: Ing. Marco Dalla Via
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NORMATIVA CALCOLO MURI DI SOSTEGNO

Eurocodici
Combinazioni EUROCODICE 7
In accordo con l'EUROCODICE 7, le verifiche dei muri di sostegno devono
essere effettuate considerando le seguenti combinazioni di coefficienti:

APPROCCIO 1
- Combinazione 1: (A1+M1+R1)
- Combinazione 2: (A2+M2+R1)
APPROCCIO 2
- Combinazione 1: (A1+M1+R2)
APPROCCIO 3
- Combinazione 1: (A1 o A2*+M2+R3)

 

Parametri caratteristici del terreno EUROCODICE
L’Eurocodice 7: "Eurocode 7: Geotechnical design - Part 1: General rules",
introduce il concetto dei valori caratteristici dei parametri geotecnici. Il
valore caratteristico, inteso come una stima cautelativa del parametro che
influenza l’insorgere dello stato limite in considerazione, dovrà essere
utilizzato in qualsiasi tipo di verifica geotecnica, che si tratti di SLU (stati
limite ultimi ovvero potenziale presenza di una superficie di rottura) o di SLE
(stati limite di esercizio ossia deformazioni di tipo elastico o di
consolidazione a prescindere dallo stato di rottura).
L’unica metodologia delineata dall’EC7 per la definizione dei valori
caratteristici è di natura statistica.

 

NTC 2008
Combinazioni NTC2008
In accordo con le NTC2008 (par. 6.5.3.1.2), le verifiche dei muri di
sostegno devono essere effettuate considerando uno dei seguenti
approcci:
Approccio 1:
- Combinazione 1: (A1+M1+R1)
- Combinazione 2: (A2+M2+R2)
Approccio 2:
- Combinazione: (A1+M1+R3)
tenendo conto dei valori dei coefficienti parziali riportati nelle tabelle 6.2.I,
6.2.II e 6.5.I delle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni.
Nel caso di muri di sostegno dotati di ancoraggi al terreno, le verifiche
devono essere effettuate con riferimento al solo Approccio 1.

 

Combinazione sismica
Sotto l'effetto dell'azione sismica di progetto le opere e i sistemi geotecnici
devono rispettare gli stati limite ultimi e di esercizio come previsto da
normativa. Le verifiche agli stati limite ultimi devono essere effettuate
ponendo pari all'unità i coefficienti parziali sulle azioni ed impiegando i
parametri geotecnici e le resistenze di progetto


COMBINAZIONE STABILITA' GLOBALE
La verifica di stabilità globale dell'insieme terreno-opera deve essere
effettuata secondo la combinazione 2 dell'Approccio progettuale 1:
- Combinazione 2: (A2+M2+R2)

 

Parametri caratteristici del terreno NTC2008
Il valore caratteristico, inteso come una stima cautelativa del parametro
che influenza l’insorgere dello stato limite in considerazione, dovrà essere
utilizzato in qualsiasi tipo di verifica geotecnica: le opere dovranno essere
verificate per gli stati limite ultimi che possono presentarsi, in conseguenza
alle diverse combinazioni delle azioni, e per gli stati limite di esercizio definiti
in relazione alle prestazioni attese.
Stato limite è la condizione superata la quale l’opera non soddisfa più le
esigenze per le quali è stata progettata”.
Si parla di Stato limite ultimo quando lo stato limite è associato al valore
estremo della capacità portante della struttura, il superamento di uno stato
limite ultimo ha carattere irreversibile e si definisce collasso. Si parla invece di

Stato limite di esercizio quando è legato al raggiungimento di un

particolare stato dell’opera che pur non generando il collasso compromette
aspetti funzionali importanti che limitano le prestazioni in condizione
d’esercizio.
Definire il valore caratteristico significa pertanto scegliere il parametro
geotecnico che influenza il comportamento del terreno in quel determinato
stato limite, ed adottarne un valore, o stima, a favore della sicurezza.
Ai valori caratteristici trovati si applicano dei coefficienti di sicurezza parziali
in funzione dello stato limite considerato.
Per quanto riguarda il calcolo geotecnico esistono due linee di pensiero
seguite per la determinazione dei parametri caratteristici:
Una prima linea si basa su un approccio probabilistico, considerando quindi
le quantità statistiche ricavate su un opportuno campione di prove;
Una seconda linea di pensiero invece porta avanti l’idea che l’approccio
probabilistico non sia adatto a modellare il reale comportamento del
terreno. In particolare questo secondo approccio si basa su procedimenti
più razionali, ritenendo che i valori caratteristici delle proprietà del terreno
vadano valutati in funzione del livello di deformazione previsto per lo stato
limite considerato.
Con la Circolare del 02.02.2009 viene specificato come la scelta dei valori
caratteristici dei parametri geotecnici deve avvenire in due fasi.
La prima fase comporta l’identificazione dei parametri geotecnici appropriati
ai fini progettuali. Tale scelta richiede una valutazione specifica da parte
del progettista, per il necessario riferimento ai diversi tipi di verifica.
Identificati i parametri geotecnici appropriati, la seconda fase del processo
decisionale riguarda la valutazione dei valori caratteristici degli stessi
parametri.
Viene inoltre precisato come “nelle valutazioni che il progettista deve
svolgere per pervenire ad una scelta corretta dei valori caratteristici,
appare giustificato il riferimento a valori prossimi a quelli medi quando nello
stato limite considerato è coinvolto un elevato volume di terreno, con
possibile compensazione delle eterogeneità o quando la struttura a
contatto con il terreno è dotata di rigidezza suffic iente a trasferire le
azioni dalle zone meno resistenti a quelle più resistenti. Al contrario, valori
caratteristici prossimi ai valori minimi dei parametri geotecnici appaiono
più giustificati nel caso in cui siano coinvolti modesti volumi di terreno, con
concentrazione delle deformazioni fino alla formazione di superfici di
rottura nelle porzioni di terreno meno resistenti del volume significativo, o
nel caso in cui la struttura a contatto con il terreno non sia in grado di
trasferire forze dalle zone meno resistenti a quelle più resistenti a causa
della sua insufficiente rigidezza… Una migliore approssimazione nella
valutazione dei valori caratteristici può essere ottenuta operando le
opportune medie dei valori dei parametri geotecnici nell’ambito di piccoli
volumi di terreno, quando questi assumano importanza per lo stato limite
considerato.”

In particolare, le opere che coinvolgono grandi volumi di terreno sono quelle
che portano a variazioni tensionali, all’interno di una porzione abbastanza
elevata di sottosuolo, tali da dare origine a una compensazione delle
resistenze.
Si parla in questo caso di resistenze compensate: le zone di terreno a
resistenza minima e massima vengono sollecitate contemporaneamente e
quello che emerge è un comportamento meccanico intermedio fra i due
estremi. Per questo motivo, per ogni verticale d’indagine eseguita all’interno
del volume significativo si effettua una stima cautelativa del valore medio
dei parametri geotecnici.
Nel caso di opere che coinvolgono modesti volumi di terreno a essere
sollecitate sono piccole porzioni di terreno in cui prevalgono le resistenze
locali.
Nel caso vengano eseguite misure dirette all’esterno del volume significativo
si parla di resistenze non compensate da misure estrapolate e il valore
caratteristico andrà selezionato prendendo come riferimento un valore
prossimo al minimo misurato, a vantaggio di sicurezza.
Nel caso invece in cui vengano eseguite misure dirette all’interno del volume
significativo si parla di resistenze non compensate da misure dirette: in tal
caso i valori caratteristici del terreno si stimano effettuando una
valutazione cautelativa dei valori medi misurati.

Ampiezze delle fessure
Allo stato attuale delle conoscenze appare opportuno limitare l’apertura (o
ampiezza) delle fessure in rapporto all’aggressività dell’ambiente, onde
contrastare, unitamente al ricoprimento delle barre di armatura, la
corrosione delle stesse.
Oltre alla suddetta esigenza di durabilità, la limitazione dell’entità delle
fessure può essere importante per necessità di tipo estetico, o di tenuta
stagna (per vasche e serbatoi si può evitare quasi sempre la posa di uno
strato impermeabile se si contiene l’ampiezza delle fessure a non più di 0,1
mm).
Non verranno qui esaminati gli stati limite di decompressione e di formazione
delle fessure, in quanto essi interessano essenzialmente le strutture
precompresse.
Anche se il calcolo diretto dell’apertura delle fessure è poco sicuro dato il
carattere altamente aleatorio della fessurazione, le NTC lo richiede
espressamente indicando i valori nominali (w1=0,2 mm; w2=0,3 mm; w3=0,4
mm) da non superare in funzione delle condizioni ambientali, della
combinazione di carico e della sensibilità delle armature.

 

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